Storia
La Vigona è la sede storica dell’Acetaia.
Il fondo Vigona è citato negli archivi storici del 1358 come possedimento dei Pico.
Il possedimento era indicato come “gli orti della Vigona”.
Aveva una estensione di 255,27 biolche che venivano in parte coltivate ad orto e in parte utilizzate per l’allevamento dei cavalli. Inoltre la Vigona veniva utilizzata come grande dispensa e sicuramente nei granai esistevano anche i vasselli dell’aceto .
Nelle “Cronache della Mirandola” di Giovanni Francesco Piccinini, viene citata Donna Brigida Pico, tutrice del giovane conte Francesco Maria Pico, come padrona di casa ed ospite accogliente di feste tenute nel cortile della Vigona (seconda metà del ‘600).
Nei due secoli seguenti (1750-1950) l’estensione del terreno si è ridotta di molto, invece la struttura estena della casa e la disposizione interna sono rimaste
pressocchè invariate. Parte dell’abitazione era utilizzata come caseificio, parte come dispensa. La Vigona aveva anche un’imponente cantina dotata di una ricca attrezzatura. Ora il granaio della Vigona ospita un gioiello di acetaia, seguita con amore e competenza da Alberto Campagnoli.
La produzione dell’aceto bansamico è a ciclo completo. Tutto avviene alla Vigona, dalla coltivazione dell’uva, alla cottura del mosto, all’acetificazione e alla stagionatura.